La Musicoterapia Psicosomatica è stata applicata sperimentalmente ai bambini cardiopatici del reparto di Cardiochirurgia (terapia semi-intensiva) dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari.
Un gruppo di musicoterapeuti della Scuola di Musicoterapia Psicosomatica di Bari, da me diretti, ha sperimentato nuove metodologie sonore armoniche fondate sulla “coscienza psicosomatica”. Per la sperimentazione è stato scelto questo reparto perchè la cardiopatia congenita complessa richiede un trattamento ospedaliero prolungato: diversi interventi chirurgici che non sempre portano il piccolo paziente ad una completa guarigione. In tutti questi casi la qualità della vita non è paragonabile a quella dei bambini normali.
L’obiettivo primario era di migliorare l’alimentazione del bambino attraverso la ricostituzione della sua armonia psicosomatica, agendo con la musicoterapia direttamente su di lui, sull’ambiente familiare e sul personale medico (a tutte le sedute, video registrate, erano presenti le mamme e il personale medico e paramedico).
Sono stati trattati con la Musicoterapia Psicosomatica nove bambini di età compresa tra i due giorni e i dieci mesi (con un’età media di tre mesi) affetti da cardiopatia congenita complessa. Tutti, tranne un bambino di due giorni con una atresia polmonare e sottoposto a terapia farmacologica, erano nel periodo post-operatorio.
La tavola qui riprodotta riporta la media aritmetica (valore = SI/NO) dei parametri considerati in tutte le sedute di Musicoterapia.
Per esempio il bambino 1, FL, 4 anni, di sesso femminile, con patologia di atresia della valvola tricuspide e trasposizione delle grandi vene, durante tutta la sperimentazione ha complessivamente raggiunto questi risultati: rilassamento (R) del tono muscolare (MS) , una migliore (+) interazione con l’ambiente (SI), un miglioramento () dell’alimentazione (F), non variazioni (/) della frequenza cardiaca (HR) e una diminuzione (*) della frequenza respiratoria (RR).
In ospedale la frequenza respiratoria è stata monitorizzata. La figura 1 è la riproduzione grafica di un fotogramma del filmato in cui si visualizzava sul monitor il diagramma risultante dall’elaborazione al computer dei dati registrati. Sulla linea delle ordinate è indicato il tempo 120’, 90’, 60’. 30’.0 e sulle ascisse la frequenza respiratoria 0, 50, 100.
78 è il valore medio registrato nei 30 minuti precedenti l’inizio della Musicoterapia. All’attacco della Musicoterapia si nota una sensibile riduzione della frequenza respiratoria (Vedi -(inizio) sulla riproduzione).
La frequenza respiratoria è rallentata durante i 45 minuti della seduta e anche nei minuti immediatamente successivi. Questo depone a favore di un assorbimento benefico e duraturo nel tempo per l’organismo ricevente del bambino e spiega l’effetto di ripresa motivazionale alla vita e alla relazione con l’ambiente indotto da una riarmonizzazione psicobiologica attraverso l’intenzionalità musicoterapica
Sin dalle prime sedute di Musicoterapia si evidenziò l’immediato rilassamento che la musica mediava nei piccoli pazienti: molti si addormentavano, anche quelli che a detta del personale del reparto erano i più irritabili e sofferenti.
Ad esempio un bambino nel decorso post-operatorio presentava atelectasia polmonare e ipomobilità dell’emidiaframma destro, per questo era sottoposto a manovre di stimolazione respiratoria. La terapista che lo trattò durante la nostra prima musicoterapia disse che era la prima volta che riusciva a manipolarlo mentre di solito piangeva e si agitava durante il trattamento. Altri bambini entravano in una fase di gioco e di comunicazione con il personale dell’equipe musicoterapica o comunque mostravano una rinnovata forma di attenzione verso l’ambiente.
Questa sperimentazione non ha considerato la preparazione del personale del reparto e ha potuto valutare l’influenza positiva o negativa del loro intervento durante le sedute.
L’accoglienza della sperimentazione da parte del primario è stata entusiastica, il personale medico ha preso atto dei risultati significativamente validi; una comprensibile incomprensione è stata mostrata dal personale paramedico abituato a svolgere le proprie mansioni secondo gli standard abituali.
Non potendo praticare la musicoterapia dal vivo per difficoltà logistiche dell’ambiente ospedaliero, si è preferito somministrare musica registrata ma preparata ad hoc per i bambini malati e “comprensibile”anche dal personale addetto all’assistenza post-operatoria.
Tutta la musica è stata registrata dal vivo durante le sessioni di Musicoterapia Psicosomatica a cui partecipavano alcuni musicoterapeuti e un gruppo di bambini sani in uno stato di gioia e di libera espressione musicale e corporea.
E’ indicativo come l’ambiente naturale dove la musica è stata fatta e fruita (Borgo Solinio sulla Murgia nord a ridosso di una foresta), ha piacevolmente intonato l’armonia psicosomatica dei presenti. Questa positività riverberava nei piccoli pazienti durante l’ascolto; abbiamo spesso notato che, all’ascolto delle voci registrate dei bambini, i piccoli pazienti avevano reazioni di risveglio o movimenti comunicativi (sorrisi, sguardi diretti verso la fonte sonora, movimenti degli arti).
Strumenti usati: pianoforte, organo elettronico, vari tipi di flauti, sax tenore, congas e tumbe (usati dagli adulti) e piccoli strumenti a percussione per i bambini (strumentario ORFF).
La musica registrata è frutto di improvvisazione libera su basi ritmiche che seguivano l’andamento delle linee melodiche, armoniche e timbriche che man mano si creavano. I ritmi e le melodie non erano ripetitive e seguivano l’andamento dinamico-espressivo dell’improvvisazione. Le scale adoperate sono state le maggiori, minori e naturali, pentafonica e modali (Magna Grecia).
Ogni brano, della durata di circa 10-15 minuti, era comprensivo di fasi sonore (timbrico-armoniche prive di ritmo codificato), ritmiche, vocali e strumentali, accompagnate anche dalla danza.
Uno dei testi cantati dai bambini aveva il seguente canovaccio sul quale loro apportavano insieme con me, creative variazioni:
“Se balli da dentro di te,
diventi il tuo vero re.
Se balli da dentro di te,
puoi diventare mare.
Se chiudi gli occhi
e guardi da dentro di te,
puoi volare,
puoi essere di là dal tempo,
più veloce del vento,
puoi ritrovare la luce che sei da sempre.”
Volutamente parole e musica non sono state trascritte per non far cristallizzare l’intenzionalità psichica da cui sono germogliate e per l’inadeguata funzionalità della tradizionale scrittura musicale nel cogliere le varie sfumature dell’improvvisazione (ritmi liberi e sovrapposti, quarti di tono, grida e risa dei bambini, ecc.).
I genitori di questi bambini hanno cominciato il training di musicoterapia psicosomatica prima ancora del loro concepimento (in ogni caso il training non è iniziato in funzione del concepimento).
La sperimentazione nel reparto di cardiochirurgia è durata tre mesi, le sedute di musicoterapia avvenivano due volte la settimana (45 minuti per seduta). I parametri considerati sono stati: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, tono muscolare, irritabilità/rilassamento psico-fisico, fisiognomica di relazione, induzione del sonno fisiologico, reazione alla fase d’attacco della musicoterapia, alimentazione, interferenza positiva o negativa della madre o del personale.
L’obiettivo della ricerca era di migliorare l’alimentazione con un guadagno sia psicologico sia organico dei pazienti: tutti i bambini che erano nutriti per gavage, hanno progressivamente incominciato ad usare il biberon. Tutti assumevano più latte, rispetto alla propria media, durante le sedute di Musicoterapia Psicosomatica.
Il personale medico ha riscontrato una riduzione dei tempi di convalescenza per questi nove bambini rispetto ad altri, con simili patologie e trattamenti chirurgici, non trattati con la Musicoterapia Psicosomatica.
Così si esprime il primario del reparto di cardiologia dell’ospedale in cui si è tenuta la sperimentazione, dottor P. Arciprete: “L’incremento dell’alimentazione dei bambini, che era l’obiettivo specifico di questo studio, è stato soddisfacente. Le famiglie, le mamme soprattutto, hanno partecipato in modo corale a questa esperienza ed è possibile che la riutilizzino in seguito anche a casa”. Un medico dell’equipe che seguiva il monitoraggio durante la musicoterapia ha concluso una sessione di lavoro dicendo: Io ero scettico ma devo arrendermi all’evidenza dei risultati”. Un suo collega notava dal diagramma che la media della frequenza respiratoria era diminuita in un paziente con una complicanza settica, cosa che in genereeleva la frequenza respiratoria.
E’ importante come la Musicoterapia Psicosomatica abbia determinato conseguenze positive sia a livello psicologico che organico, in un’età in cui la psicoterapia o la psicoanalisi o altre forme di terapie non possono essere usate, in quanto questi piccoli pazienti non usano ancora la parola per comunicare e il loro linguaggio istintivo è perso normalmente nel patrimonio interattivo dell’adulto.
Ricostituendo il valore della coscienza psicosomatica attraverso la musicoterapia si può ristabilire il messaggio biologico autentico della cellula-organismo e conseguire uno stato di benessere reale dell’essere umano individuale e collettivo.