M.RO Paolo Curatolo: Recensione cd “Il pianista degli Angeli”

NOTE DI RECENSIONE AL CD DEL M.RO PAOLO CURATOLO “Il pianista degli Angeli”. CENTRO del SORRISO San Severo (FG)

Con la musica l’uomo ricerca un principio fondante l’umano; ricerca un identità universale che possa metterlo in contatto con il totale dell’essere.
Nella mia esperienza clinica spesso sembra che fra il musicista e la musica sana si eriga una barriera difficilmente coscientizzabile (riscontrabile anche nelle più grandi biografie) tanto da creare una forma di negatività schizofrenica tra la vita e l’espressione della produzione musicale.
Quindi: non è facendo musica che si fa musicoterapia! Per poter attraverso la musica modificare il malessere-disarmonia in benessere-armonia è necessario avere una visione completa dell’essere umano, della sua interiorità del concetto di reale in arte e scienza, bisogna riscoprire il valore delle idee sane e dell’intenzionalità che le muove.
E’ essenziale realizzare il “sano” in se stessi per guidare maieuticamente l’insano al benessere, piuttosto che farsi attrarre da un sistema sociale psicoalienante che programma a convivere con la malattia. Tutto questo non condanna o giudica chi si dedica con carità e amore ai diversamente-abili ma li esorta a coscientizzare il sano in sé
prima di proporlo ad altri. L’uomo sano è chiamato a muoversi più di chiunque altro, egli sa che qualunque afflato della sua anima e qualunque cellula del suo corpo contengono un atto che può essere esplicitato o meno e questo gli ruggisce dentro moralmente. Un essere umano sano può anche non apparire nella storia come un “grande uomo/donna” e motivare, allo stesso tempo, sanità e armonia.
Busoni (il celebre musicista) parla della musica come un passaggio per una dimensione universale. Personalmente sono convinto che una tale musica debba essere agita da una coscienza cha ha il senso pieno dell’universale nell’essere umano, una coscienza scientifico-artistica. A chi serve che l’umanità si nutra di malessere subendo, inconsciamente o razionalmente, certe forme di aberrazione musicale che traducono il complesso dell’artista o dello scienziato? Noi artisti, musicisti abbiamo un dovere verso noi stessi e il futuro dell’umanità, un dovere che deve storicizzare vita, felicità, stato di grazia in questo essere esistenziale. Altrimenti l’arte, la musica o la scienza non hanno senso.
L’azione della Musicoterapia della nostra scuola è strettamente legata ad una concezione metafisica dell’uomo che nel ritrovarsi armonia con la totalità dell’essere (saggezza dell’essere psicosomatico) individua il criterio di validità della cura.
La Musicoterapica Psicosomatica intende la psiche come un universo di frequenze vibratorie, quindi tutti gli stimoli che incontrano e impattano la psiche umana sono onde cinetiche che vettorializzano la cognizione dell’essere sano come viabilità sul piano dell’armonia esistenziale o della disarmonia se questa viene generata da una personalità non cosciente.Pertanto solo un discorso musicale autentico è strettamente legato alla sanità psicosomatica di chi produce arte ed ad una filosofia dell’essere che ridia all’umanità il senso del rapporto tra l’uomo e il grande abitatore dello spazio che è la natura ontica, un rapporto per cui gli uomini penetrano le essenze delle cose.

Non si gioca col messaggio sottocodice della musica, noi musicoterapeuti non abbiamo ancora abbastanza statistiche scientifiche per dimostrare esattamente le azioni psicosomatiche positive o negative che può operare un brano musicale.
Checché se ne dica della musica di Mozart, anche secondo i recenti studi alle Università Americane, non me la sento di certificare che questo o quel messaggio sonoro sono in grado di provocare la remissione di un sintomo. Una cosa è la versione di un critico d’arte circa un brano musicale, altra cosa è la sperimentazione della Mt con validazione della soggettiva-oggettività psicosomatica. Con questo non voglio spaventare o tradire il bravo M.stro Curatolo e nessun altro con lui. Ma con scientifica onestà posso proporre una sperimentazione sistematica di una certa musica. Personalmente ho constatato che ogni buona musica, se non è veicolata dall’intenzionalità vivente o presente di chi la interpreta e/o crea, poco vantaggio psicosomatico ha sugli astanti. Ripeto, una cosa è la visione che un bravo critico d’arte o musicologo può fornire di un brano e altra cosa è la musicoterapia nella fenomenologia psicosomatica.
In conclusione, rispetto profondamente quanto si può dire artisticamente su questa musica ma non posso precisare il punto di vista della MT Psicosomatica che rappresento perché non l’ho sperimentata ancora su campioni significativi di popolazione.
Apprezzo sinceramente lo sforzo di emancipare e donare a personalità diversamente abili un inno ed uno spazio di autorealizzazione nuovo, interessante, creativo e credo che questa sia la via giusta entro la quale attivare una sperimentazione scientifica nel corso di almeno cinque anni. Ho plurime esperienze personali circa la bontà profonda oltre la frustrazione del limite neurofisiologico che sostiene certa vita ma conosco anche gli abusi della superficialità razionalistica, consumistica del non senso che attanaglia gli spessori di certe intelligenze emotive.
Sono qui con tutti quelli che accettano l’ennesima sfida, con l’orgoglio e il piacere di porgere il mio contributo più autentico senza fraintendimenti o paradigmi. Nessuno è perfetto, neanche io ovviamente, quindi ci resta la volontà di tentare un’armonia delle anime e dei corpi: ci resta la volontà di AMARE ancora una volta.

copyright by Dr.Francesco Palmirotta

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